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Diario di strada di un viandante "sui Generis"

di Stefano Baù

Quello che vi voglio presentare e' un breve racconto di un tratto di strada che ho percorso in Perù alcuni mesi fa. La storia narra di un cantastorie che un po' per ricercare nuovi soggetti per le proprie canzoni, un po' per raccontare quelle gia' scritte si precipita, con non poche difficolta', verso il paese che preferisce e che fa rima con il suo apellido ed il suo sobrenombre: il Peru'.

Il tutto nasce in una prestissima mattina di maggio quando carico dello stretto necessario ed in compagnia di Suor Tarcisia e Suor Caterina mi imbarco su due macchine e mi precipito verso l'aereoporto di Linate. Il viaggio e' bastante teso, a volte la tensione si taglia con il coltello, ma finalmente arriviamo all'aeroporto. A Linate i passeggeri sono molto eterogenei: turisti italiani che partono verso le sospirate e riposanti ferie, cittadini sudamericani che desiderano ritornare al loro paese, sposini freschi di cerimonia in viaggio di nozze ed infine io con la mia compagnia, che un po' frastornati, non sappiamo in che categoria collocarci. Si parte e l'aereo senza problemi arriva a Madrid. Qui le cose cambiano ed il volo per Lima trasporta quasi esclusivamente passeggeri sudamericani, gli europei si contano sulle dita delle mani. L'aereo ha qualche problema: si parte in ritardo ma si arriva regolarmente ed in orario a Lima. Qui sembra di essere atterrati sulla Luna: una coltre di nebbia nera attanaglia la pista e gli edifici: "dove sono capitato?" Mi sono domandato. La citta', mi dicono in perfetto castigliano, all'imbrunire e' sempre cosi': il clima, la sua collocazione ed il traffico producono questo strano effetto! Altra domanda mi sono posto: "ma puo' esistere una citta' piu' inquinata di Mantova?". Ebbene si', l'ho vista con i miei occhi: Lima! Arrivato al ritiro bagagli, finalmente riesco a recuperare il mio "mattone" e uscendo intravedo una figura amica che si erge tra un nugolo di personaggi di altezza sotto la media italiana: Padre Stefano. E' li' che attende puntuale: come avra' fatto? Pensavo che si fosse ambientato troppo bene alla puntalita' peruviana.... secondo me, facendo un grosso sforzo, lo ha fatto per noi. Meglio cosi'. Ci buttiamo nel traffico con l'originale carro del Padre (non ho visto un carro simile in tutta Lima: che sia un pezzo unico?) ed imparo a conoscere cosa vuol dire traffico, pirati della strada, guida pericolosa, etc. In fondo viaggiare in auto sara' il filo conduttore della nostra presenza di circa 4 giorni a Lima, abbiamo visitato ben poco ma siamo riusciti a visitare la sede degli scouts del Peru' e siamo riusciti a parlare con el Jefe Nacional degli Scouts, ma ho verificato con i miei occhi cosa significhi veder muovere 10 milioni di persone esclusivamente con autoveicoli. Che altro dire di Lima: e' una citta' che raccoglie le cose peggiori di molte altre metropoli che conosciamo: la confusione de Il Cairo, l'inquinamento di Citta' del Messico, la sporcizia di Nuova Delhi, lo strombettio veicolare di Napoli, gli odori di Gerusalemme.... E' una citta' che e' necessario vedere per rendersi conto del suo stato. Durante questi primi 4 giorni non posso non ricordare tutti coloro che in qualche maniera ho incontrato e conosciuto: Nicola, Massimo, Juana di Arequipa, Suor Antonella, Adalberto e Paola di Lima ed in maniera particolare Giorgio e la sua famiglia. Sabato mattina presto (?) partenza per Huaraz e lungo la strada mi rendo conto del drammatico problema di Lima: "le invasioni". Chilometri quadrati di superficie collinare occupati da contenitori che chiamarle abitazioni e' troppo carino, ho visto come possano abitare in una sola citta' quasi la meta' degli abitanti di quel Paese che possiede una estensione 4 volte maggiore dell'Italia. Il viaggio prosegue senza incidenti, i chilometri sono molti, la strada e' quello che e' (ed e' gia' molto), ci fermiamo a visitare l'antica Fortaleza di Paramonga (in realta' sono riuscito visitarla solo io data la stanchezza generale), si scollina un passo a oltre mt. 4.100 (se ci pensate saremmo quasi all'altezza della cima piu' alta d'Europa), passiamo al lato della Laguna di Conococha con distese enormi di Alpaca, pecore, bovini; si incominciano ad intravedere le imponenti cime innevate della Cordillera Blanca (provate ad indovinare perche' si chiama cosi') e seguendo il Rio Santa e percorrendo il Callejon de Huaylas siamo certi di arrivare alla nostra meta. L'altopiano si trasforma in una vallata ricca di vegetazione variopinta, un paesaggio che non ha nulla da invidiare alle nostre montagne... Tutt'altro! Dopo circa 8 ore arriviamo in una citta' che per colpa dei terremoti, delle alluvioni e dell'asprezza del territorio e' quasi un disastro. L'accoglienza in Parrocchia e' calda (in realta' erano tutti ansiosi di salutare il Padre, assente da molti giorni) e subito prendiamo possesso dei locali messoci gentilmente a disposizione e conosciamo la piccola Grande comunita' residente: Milagros, P. Dario, P. Javier e Mylene. I locali sono numerosi e ben disposti (col tempo ci si accorgera' delle possibili migliorie necessarie), ma la cosa che piu' colpisce sono le persone che animano i locali: giovani, adulti, bambini, religiosi/e.

Il Babu (in piedi), padre Stefano (seduto in mezzo) immersi tra i loro piccoli amici peruviani.

 

E' un pullulare di vitalita' che prende corpo in questi locali e da questi si propaga. Con un pizzico di piacere (devo ammettere, al contrario, con molto) mi e' stata preparata una fiesta dai futuri animatori del gruppo scouts che si spera rinasca nella Parrocchia Nuestra Senora de Belen. Le difficolta' di comunicazione cominciano a farsi sentire, non tanto per le piccole "preguntas" o le brevi frasi, soprattutto nel cercare di comunicare concetti importanti e/o complessi (strano per me, non vi pare?). Durante i primi giorni ho cominciato a conoscere le persone che pullulano intorno la Parrocchia, i servizi che essa offre a tutta la Comunita', le comunita' rurali di "competenza parrocchiale" e tutti i lavori che dovro' effettuare nei primi giorni di permanenza in Parrocchia (ma quanto lavoro!!!). Devo ammettere che questi pueblos sono estremamente belli, posizionati in localita' stupende, collocati in un paesaggio incontaminato e bellissimo. E' un vero piacere visitare questi lugares, nonche' estremamente faticoso, anche a causa dell'altitudine (3.300-3.500 mt). Nei prossimi giorni vi relazionero', con calma ed in maniera completa di tutti i servizi offerti e su tutte le comunita' (ben 22) sparsi su tutto il comprensorio della Parrocchia di Belén.

Hasta la próxima historia, babu

(continua 1...)