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Storia di Buscoldo

 

Nel Klondike...

Assalam Alaikum!

Tutti al Mare

 

 

Laggiù nel Klondike…

Campo estivo 2001, Monchio delle Corti (Pr)

Ormai le scuole sono iniziate, l'estate ci sta lasciando, ma per fortuna rimangono i ricordi. Nei cuori di ogni guida ed esploratore del reparto "Mafeking Buscold" rimane vivo l'immagine di un gruppo di ragazzi e ragazze riuniti intorno al fuoco, persone che condividono la propria vita e che ringraziano Dio per ogni attimo felice vissuto insieme. Anche se il campo è iniziato solo il 5 Agosto , noi già due settimane prima ci siamo impegnati a preparare con cura il materiale ed una scenetta che avrebbe animato un fuoco serale. Dopo tanta attesa, finalmente è arrivato il momento della partenza tra le emozioni dei ragazzi e "qualche lacrima" dei genitori. Dopo il trasferimento da Buscoldo i lavori al campo sono iniziati e così tra una "legatura" ed un'altra siamo riusciti a costruire un villaggio simile a quelli americani dell'epoca dei ricercatori d'oro. Infatti il tema del campo era proprio questo: i cercatori d'oro del Klondike. Ogni persona è riuscita ad immedesimarsi bene nel tema perché erano state sparse pepite che dovevano essere trovate da noi mentre altre venivano regalate alle persone che si distinguevano per impegno, disponibilità o per altri atteggiamenti positivi. I giorni sono trascorsi velocissimamente tra l'uscita di Squadriglia, quella da reparto, i giochi d'acqua, le attività con gli aquiloni ed un intero pomeriggio trascorso da inventori (nel quale ognuno di noi ha cercato di fare del suo meglio per riuscire a costruire un qualsiasi oggetto utile per la vita da campo…. Tra le tante costruzioni originalissime si è distinta quella di Valeria che con il suo porta-alpenstock ha vinto un piccolo premio).

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"questa si che è vita!"

 

Negli ultimi giorni è stato ripreso il Grande Gioco e nella serata (dopo una gustosa cena messicana cucinata dalle Squadriglie) è stata organizzata una divertente festa al villaggio per festeggiare il ritrovamento (da parte della Sq. Pinguine) delle pepite rubateci dai banditi. La festa è finita molto tardi e tra la stanchezza generale ci siamo coricati nei sacchi a pelo. Verso l'alba le sei persone che quest'anno concludono il loro cammino in Reparto (Valeria Travaglini, Irene Pincella, Cristian Mondini, Mattia Beccari, Nicola Cicola e Alessio Zin), sono state chiamate fuori dalle tende e dopo qualche prova hanno finalmente saputo il tanto atteso nome di totem (rispettivamente pantera riflessiva, gazzella puntigliosa, Koala affettuoso, alce responsabile, orso leale e rinoceronte brontolone). L'ultimo giorno, tra qualche lacrima nascosta ed un po' di malinconia, è stato tutto smontato e caricato sul camion; ci sembrava di allontanare da noi gran parte della felicità accumulata nei giorni di permanenza. In un attimo ciascuno di noi ha rivissuto le risate spontanee sotto le docce gelate, il divertimento della canzone del campo cantata a squarciagola, i sorrisi che accompagnavano il nostro risveglio, il profumo e l'odore di pranzi e cene preparati con più o meno impegno, i momenti di raccoglimento e preghiera …….. A distanza di parecchi giorni di tristezza si è trasformata in un piacevole ricordo di quella vallata e di quei magnifici giorni trascorsi assieme, in un ambiente privo di quelle comodità che spesso non fanno altro che ridurre la spensieratezza, l'amicizia e la fede.

 

Lucia Gadioli

&

Cristian Mondini

 

 

P.S. Volevamo approfittare per ringraziare tutto il Reparto ed in particolare i capi che con tanta costanza ci hanno seguito ed accompagnato ….GRAZIE!!!

 

 

Assalam Alaikum !

di Nicolò Agosta

"Assalam alaikum, amici. Benvenuti a Bu-scoldo". Con queste parole i ragazzi e le ragazze del clan di Robin Hood hanno salutato l'arrivo degli 11 coetanei Saharwi (la popolazione che abita la regione africana del Sahara Occidentale) a Buscoldo per trascorrere con loro la settimana conclusiva di Cres, dal 23 al 29 luglio. Parole semplici penserete, certo, ma vengono da molto lontano ve l'assicuro, più precisamente da due settimane di intensa preparazione. Attività guidate all'incontro tra le culture e all'approfondimento delle tradizioni della ter-ra in cui siamo nati; visite alla scoperta della provincia, tra l'Alto e il Basso mantovano. E-splorazione del centro cittadino con i suoi momenti più significativi. Studio dei rudimenti della lingua araba; potrei continuare a lungo ma preferisco cambiar tono…e allora vi regalo una pagina del mio diario. Siete pronti?

Venerdì 27 luglio festa finale: genitori e figli, nonni e nonne, amici e parenti ci ritroviamo per trascorrere una serata fuori del comune. Quattro lettere per descriverla: U,M,T,S, ma niente a che vedere con i telefoni di ultima generazione. Molto di più. U come unione, incontro più interesse, vo-glia di conoscersi, di scoprire come si vive dall'altra parte del mondo. Alla serata parte-cipano persone che provengono da terre lon-tane: America, Asia, Africa; poi noi, l'Europa. Per lavoro, in vacanza, di passaggio. Nessun problema, storie dei nostri giorni. Qualcuno la chiama integrazione. Meglio armonia, per una serata, una cena, un cres, una vita… M come musiche che ognuno custodisce dentro di sé. Così capita che Jette, ragazza americana che soggiorna per l'estate a Bu-scoldo, si esibisca in diretta con il suo violino. A seguire danze e balli arabi con i nostri gio-vani istruttori che c'insegnano i passi da se-guire, e i sorrisi fioccano nelle misteriose at-mosfere orientali T come una tranquilla serata seduti attorno ad un tranquillo banchetto. I piatti arabo-africani sfilano accanto alle fantasiose ricette italiane. Niente competizione tranquilli. O-gnuno esprime la storia di millenni e le cure di un pomeriggio. I vassoi splendono di pro-fumi e colori. L'apparenza non inganna, die-tro è racchiusa la dolcezza delle mamme. Perché sono tutte belle le mamme del mon-do. Per la cronaca Cous Cous, Riso fantasia, frutta e verdura di stagione, torte a go go. Ac-qua, tè del deserto, no alcool. Per una sera si può. S come solidarietà e serenità. Una settimana insieme vuol dire aprirsi e conoscersi. Il con-fronto tra due modi di vivere lontani: tradizio-ni, condizioni, storie, la ricerca di aiuto reci-proco. Come i bambini di Buscoldo che pre-parano la merenda per il pranzo al sacco de-gli amici saharwi. Come i bambini saharwi preparano il tè per gli amici italiani. Come i bambini italiani che s'impegnano nonostante la scuola sia finita ad imparare qualche paro-la in lingua araba. Come i bambini arabi che le provano tutte per farsi capire; arabo, spa-gnolo, mani, sguardi.

Beh è proprio vero la vita è una scuola, un li-bro da scrivere giorno dopo giorno. Tre set-timane sono una parentesi invisibile ma aiu-tano come una pennellata su un disegno. Perché quando le religioni si guardano con rispetto e si trovano d'accordo nella preghie-ra verso lo stesso Dio, padre di sei miliardi di figli, la pace sia con noi. Quando la cucina ti mostra che attorno ad un banchetto s'incontra gente di tutte le origini senza problemi, allora… buon appetito. Quando il computer e internet sono dei com-pagni e non la meta del viaggio. Quando gli abitanti di un piccolo paese di provincia si muovono verso lo stesso, sereno obiettivo, allora, signori miei, si costruisce un bel quadretto. Bello come il sorriso di un bambino.

 

 

Tutti al mare!

di Virginia Novellini

Estate 2001. Viaggio con un gruppo di amici, destinazione: Sardegna. Siamo in dieci, chi in coppia chi meravigliosamente single. In questo crogiolo di persone, caratteri, idee potenzialmente confliggenti molti pensieri convivono: "Spero di poter stare il più possibile col mio moroso", "Spero di riuscire a liberarmi un po' dalla morsa della mia morosa", "So-no sicuro che ci divertiremo di brutto e torneremo più amici di prima", "Temo che i litigi saranno inevitabili…che Dio ce la mandi buona!"…

Ognuno dunque parte con le proprie speranze, aspettative e la giusta dose di timori; in cuor mio ripenso alla mia decisione e mi chiedo se ab-bia fatto bene: una vacanza in gruppo è sempre un rischio, ed è da un po' che non mi metto alla prova…l'anno scorso partire da sola per Lon-dra è stato così emozionante e avventuroso! E' stato un vero viaggio, un'occasione per capire (e a volte superare ) i miei limiti e conoscere davvero persone e realtà nuove…quest'anno invece è diverso: quando parti con un gruppo di amici non fai altro che riproporti nel tuo solito ruo-lo, i vecchi schemi di comportamento si ripetono…comunque la destina-zione è molto allettante e in fondo tra queste dieci persone ci sono cari amici, con cui vado sul sicuro…

La Sardegna non delude le nostre aspettative: lunghe distese di sab-bia, acque limpidissime e calme, colori e paesaggi davvero stupendi! E così le giornate scorrono veloci, tra ore in acqua, partite semiserie di be-ach volley, dormite sotto il sole con relative ustioni, cene lunghissime e disordinate, giri in centro con gelato d'ordinanza, e notti trascorse a par-lare, con la sottile complicità del buio che aiuta a fare quelle confidenze che a Mantova mai nessuno riuscirebbe a estorcere..E così si ripete la vera magia delle vacanze in gruppo: conoscere davvero, nel bene e nel male, le persone con cui magari si è usciti per molto tempo senza però avere l'occasione di un vero dialogo. Si possono fare scoperte sorpren-denti: l'amico che sta sempre sulle sue si rivela essere interessante e profondo, quell'altro stra-simpatico si dimostra invece insopportabilmen-te viziato ed egocentrico?capita, in vacanza!

Immancabile poi è la nottata trascorsa ad aspettare l'alba. Scegliamo una spiaggia vicina al nostro appartamento, è un po' selvaggia e per questo poco trendy; nonostante ciò non siamo gli unici ad aver avuto l'idea del falò! Con la legna fortuitamente raccolta accendiamo il fuoco (lo sapevo che gli scout mi sarebbero tornati utili!), stendiamo sulla sab-bia umida asciugamani e sacchi a pelo e ci ritroviamo presto a ridere, scherzare, accompagnati da una chitarra cantare storpiando tutte le canzoni, complici la vodka alla pesca e il liquore al mirto che ci passia-mo di mano in mano per riscaldarci e, perché no, per vincere le nostre timidezze?ad un certo punto, non resisto e con un amico vado a curio-sare in mezzo agli altri falò; ci fermiamo da un gruppo di ragazzi indub-biamente del posto: sono molto simpatici e amichevoli, anche vagamente hippie; stiamo un po' a chiac-chierare con loro e ci mettiamo a suonare i loro bonghi…è diverten-te e molto rilassante: mi ripro-metto di comprarne uno quando tornerò a Bologna, all'Università (ma tanto non lo farò!). Dopo un po' torniamo al fuoco, felici di questo fuori programma, e ci co-richiamo a guardare le stelle. So-no passati pochi giorni dalla not-te di S.Lorenzo, e infatti il cielo è pieno di stelle cadenti!

Una stella, un desiderio, un'altra stella, un altro desiderio; ma le stelle sono ormai tre, quattro, cinque…ora ce n'è una fantastica, enorme, che lascia dietro di se una scia dorata! Che desideri esprimere? Di sogni ne ho tanti, ma alle stelle è meglio affidare un desiderio piccolo, per quelli più grandi occorre pensarci da soli e cercare di realizzarli con le proprie forze, o no? La magia della notte così si ripete…distesa sulla spiaggia, sento il contatto con la sabbia e sono sommersa da questo cielo im-menso, che in fondo è uguale a quello che vedo a casa , ma che non ho mai occasione di guardare davvero, mentre torno a casa reduce dal sa-bato sera. Questo è un momento speciale, impossibile non riflettere…per un po' al falò regna un meraviglioso silenzio, affollato dai nostri pensieri solitari… una notte da ricordare, la più bella della vacanza che ormai sta per finire!

E infatti una settimana è volata: siamo appena arrivati e già ci tocca ripartire, affrontare di nuovo il lungo viaggio in traghetto e poi in macchi-na. Arriviamo a Mantova alle tre del pomeriggio di una domenica afosa e, appena rimesso piede in casa, mi rendo conto di essere ritornata alla normalità quotidiana e che la solita vita in poche ore prenderà il soprav-vento sullo spaesamento tipico della vacanza. Riprenderò le mie solite attività, lo studio, le uscite e la tranquilla vita di provincia…ma mi capi-terà anche di prendere in mano una foto, o di trovare ancora un po' di sabbia nella tasca dello zainetto, e allora riaffiorerà per un attimo un sorriso spensierato…