ASSOCIAZIONI ....
VOLONTARIATO?
a cura
di Maddalena Grassi e Angelo Lodigiani
Volontariato? Trovare una definizione unitaria, può essere un’avventura
stimolante. A partire da questa intervista si scopre, anche nel piccolo
della comunità buscoldese, un mondo variopinto che difficilmente
sopporterebbe schemi concettuali. Guardate un po’ come possono essere
diverse le risposte di chi ne fa parte alla medesima domanda. Abbiamo
intervistato i rappresentanti di tre associazioni attive nel Comune di
Curtatone. Cortesemente Wanda Trotti per l’AVC, Giuliano Ghizzi per il
Gruppo Podistico e Carla Nicolini per il Gruppo Scout, hanno risposto al
nostro invito.
Come è nata l’idea di un’associazione di volontariato diretta a
svolgere attività di assistenza e intrattenimento, come fa l’AVC,
associazione volontari di Curtatone?
L’AVC
ha alla base un riconoscimento ufficiale: il Comune di Curtatone ha
registrato l’esigenza di svolgere determinati servizi sul territorio, ha
fatto una proposta che poi è stata accolta da alcuni . E’ nata 6 anni fa,
con la consulta diretta dalla signora Roda e l’amministrazione precedente.
Io sono entrata dopo un annetto. La prima sede della segreteria si è
formata a S.Silvestro, dove hanno iniziato ad aderire i primi
volontari.
Ognuna di queste persone aveva un compito specifico, perché
l’associazione fa tante attività: come l’"Adozione di amicizia", cioè il
volontario va nell’abitazione della signora sola per un’oretta e parla con
lei del più e del meno; fa un servizio di trasporto dei bambini a scuola,
quando il pulmino non può arrivare in quella zona, nonché di trasporto
delle persone (circa una decina al giorno) solitamente anziane alle
strutture ospedaliere.
C’è poi il gruppo RETE che anche fa capo
all’AVC, costituito da persone qualificate in pensione (psicologi, ad
esempio), che si occupano di bambini portatori di Handicap organizzano
uscite ogni due settimane.
Due persone inoltre gestiscono la
segreteria, ricevendo telefonate da parte degli utenti dei vari servizi e
ne curano l’organizzazione;
C’è infine un responsabile per ogni
centro.
Oggi, l’AVC è presente in quasi tutte le frazioni del Comune di
Curtatone (S.Silvestro, Buscoldo, Levata, Montanara e presto anche
all’Eremo).
Al centro si svolgono soprattutto attività ricreative, come
il gioco della tombola, la giornata del mercoledì, dedicata al ritrovo
delle persone più anziane, e generalmente anche un altro giorno.
Quanto
all’aspetto finanziario, noi ci appoggiamo al Comune, le strutture sono
dell’Ente che si accolla anche i costi relativi al riscaldamento.
Noi
in cambio offriamo il servizio, che come si diceva consiste nel trasporto
dei bambini a scuola, quando il pulmino non può arrivare in quella zona,
nel trasporto delle persone (circa una decina al giorno) solitamente
anziane alle strutture ospedaliere,...
Il Gruppo Podistico invece si è
formato inizialmente come un gruppo di amatori dello sport che ha ottenuto
un riconoscimento ufficiale successivo…
Sì, sebbene un vero e proprio riconoscimento ufficiale non ci sia
mai stato, il gruppo ha sempre mantenuto una veste privata: siamo stati
ospiti della cooperativa Bertani, dove utilizzavamo una stanza.
Il
gruppo si è formato nel ‘74-’75 nel momento delle domeniche a piedi, è
stato un movimento spontaneo dovuto appunto alla necessità di andare a
piedi.
Si è scoperto che si poteva anche gareggiare, dato che c’erano
un po’ tutti, dai giovani a quelli molto anziani.
A causa anche
dell’impossibilità di muoversi con la macchina, in quanto c’erano le
targhe alterne, un po’ in generale la gente rimaneva in paese, cosa che
prima non succedeva sempre. Questa è stata un po’ la molla che ha fatto
scattare in molti di noi la voglia di organizzarsi e portare avanti
iniziative di tipo sportivo. Abbiamo avuto come metro l’ingegnere
Zavattini che forte della sua esperienza ha dato uno stimolo determinante
in tal senso.
Si è sviluppato molto il rapporto con gli altri gruppi
operativi su altre località, creandosi un giro di conoscenze, ma
soprattutto di scambi reciproci…ma ancora poco incisivi sul paese: Certo,
in occasione della "Caminada delle Valli", portavamo un flusso di persone
in loco, ma l’obiettivo era quella di fare dello sport, per il quale
appunto ci si chiamava Gruppo Podistico.
Successivamente, anche in
funzione di qualche iniziativa fatta in loco, soprattutto con Luciano
Mondini, ci si è preoccupati anche di sfruttare questa ventata di
volontariato, fatto dai podisti, con le relative mogli e figli, sempre più
affiatati tra loro. Si è quindi partiti con la gestione del Campo
Sportivo, che dopo il momento di gloria di Gelati era stato
abbandonato.
In quel caso il Comune ci dette in consegna il Campo
sportivo e, diciamo che allora ci fu una sorta di riconoscimento
ufficiale.
Intorno ai primi anni ottanta, viste le proporzioni
numeriche del gruppo e il discorso del Campo, ci si diede uno statuto, che
prevedeva tra il resto un Consiglio direttivo.
Il Comune poi ci
convocò tra i gruppi cui assegnare la gestione dei parcheggi durante la
fiera delle Grazie.
Un’iniziativa molto importante per il gruppo, in
quanto ci offriva una possibilità di autofinanziamento.
Fu
un’esperienza dura, ma consentì effettivamente al gruppo un certo
introito, col quale poterci programmare e fare qualcosa.
Da lì in poi
ci si è organizzati per investire questi soldi.
Come associazione non
avente scopi di lucro, si è iniziato con l’accostare alla domenica della
Caminada delle Valli uno spettacolo musicale danzante.
Poi ci fu
l’occasione di acquistare un tendone per un prezzo
ragionevole.
Tuttavia erano periodi come ottobre, in cui un po’ per la
nebbia e un po’ per la pioggia, si finiva sempre per rimetterci. Ma il
fatto di poter contare tutti gli anni sull’introito del parcheggio delle
Grazie ci permetteva di ripetere l’esperienza ogni anno.
In questo
senso, ci si è ulteriormente allargati, si è acquistata una baracca
adibita a cucina, con la quale per un certo periodo non essendoci troppi
vincoli da parte dell’ASL, si è potuto fare anche la Festa della
Birra.
Partita alla chetichella ma diventata anche importante, perché
aveva incrementato le entrate in modo non indifferente, creando talvolta
difficoltà di natura fiscale.
Un’iniziativa forse superiore alle nostre
forze, che in qualche modo se non avessimo avuto la spinta dei ragazzi e
della gente non sarebbe stata intrapresa.
Negli ultimi mesi, in seguito
a vicissitudini di vario tipo, la gestione del Campo Sportivo non ci è
stata rinnovata, venendo così a mancare una base, per programmare feste ad
alti livelli.
Secondo la nostra opinione si poteva forse mantenere lo
status quo fino all’inizio dei nuovi lavori, soprattutto per quanto
riguarda la festa della Birra, per la quale erano state comprate
attrezzature particolari che oggi dormono in un magazzino, in attesa di
un’area ipotetica che verrà.
Al di là delle vicende personali,
l’associazione mantiene le sue attività, il gruppo non si è disfatto:
continua ad organizzare le corse e guarderà in futuro a feste magari meno
ambiziose, che possano comunque dare a Buscoldo la possibilità di passare
qualche serata assieme. Oggi è venuta meno anche quella forma di
autofinanziamento rappresentata dal parcheggio delle Grazie.
Le
possibilità di autofinanziamento che oggi ci rimangono sono la festa
comunale dello sport di San Silvestro e la Caminada delle valli in
occasione della fiera buiscoldese ad ottobre. Dalla corsa rimane di solito
qualcosa, ma comunque poco. Alzare la tariffa sarebbe un’idea, ma , a
parte i vincoli dati dal regolamento nazionale sulle quote del corridore,
occorre tener presente che il paese partecipa molto, collaborando e
offrendo premi per i gruppi che aderiscono alla corsa.
Passando invece agli Scout: ci può
raccontare come è stato fondato il gruppo scout che svolge attività anche
a Buscoldo?
L’Associazione nasce a Mantova negli anni ‘20 su
richiesta del Parroco di S.Apollonia. A quei tempi era solo maschile,
voluta dal Papa che aveva invitato il conte Mario di Carpegna ad andare ad
"imparare" direttamente da Baden Pawel. L'Associazione era inizialmente
sempre a diretto contatto con l'Azione cattolica. Diventa associazione
singola dopo che il parroco richiese una ratifica di iscrizione all'albo
scout: nasceva così il gruppo MN1.
In seguito, la
"magna pars" dello scoutismo mantovano si deve all'ing. Nardi. Originario
di Bologna, faceva parte delle "aquile randagie" gruppo clandestino nel
periodo del fascismo quando non si poteva operare
liberamente.
Una storia divertente del periodo è
sicuramente collegata al fatto che i clandestini si trovavano di nascosto
a Palazzo Venezia allora sede del fascismo. Quando ripresero le attività
intorno agli anni 1947 e 1948 hanno anche cominciato a differenziarsi i
gruppi (MN2 3 5 7 8 ecc..). Grande impulso allo sviluppo è stato dato dal
Rettore del seminario di allora, il defunto vescovo di Verona Mons. Amari.
I seminaristi venivano infatti mandati tutti ai campi scuola a Colico -
Val Codera - per diventare futuri assistenti ecclesiastici dei gruppi.
Questo fino agli anni sessantotto. Dopo è cambiato il rapporto tra
associazione e Chiesa così come tutti gli altri gruppi negli anni della
contestazione.
In quegli anni si inizia a lavorare anche per la
fusione tra l’associazione maschile e femminile. Il primo gruppo femminile
era nato nel 1943 nelle catacombe di Priscilla a Roma grazie alla nipote
del fondatore dello scoutismo Giuliana di Carpegna. Le prime promesse sono
state fatte tra le signore della borghesia romana considerate in seguito
le madri fondatrici delle guide. Questo perché ognuna poi ha permesso lo
sviluppo dell’associazione in Italia. La mia capo gruppo era
Romana.
A chi si rivolge e quale attività
svolge?
Carla
Nicolini:
Nasce come associazione
educativa per dare aiuto ai ragazzi di strada, un futuro ai ragazzi più
poveri. B.P. dice: "basta un pezzo di sapone ed una catinella per avere un
povero pulito". Si puntava all’educazione delle classi deboli: recuperare
le bande e le squadriglie per recuperare i ragazzi di strada.
Per le ragazze è stata una forte spinta di
autonomia ed emancipazione. Esempio: Noi come reparto femminile andavamo
via con la nostra capo gruppo, ci portavamo con noi i reparti femminili
più scalcinati, ma nessun ragazzo. Il lavoro veniva fatto da tutte le
ragazze anche se le costruzioni risultavano meno belle di quelle fatte
dagli uomini. Assolutamente non si ricorreva all'aiuto dell'associazione
maschile. Tanti anni fa questi discorsi non facevano ridere ed erano molto
seri, ai nostri tempi non è certo così.
Oggi comunque cambia il
contesto ma non lo scopo dell’associazione, che rimane in ogni caso ad
indirizzo prettamente educativo. I nodi principali toccati sono: l'educare
che c'è un mondo intorno a noi, educare al servizio degli altri, creare il
carattere. L'associazione nello svolgere la propria attività si adatta
facilmente alle nuove necessità ed ai problemi sociali e giovanili
dell'ambiente in cui opera.
Dopo tanti anni di esperienza,
maturata nelle rispettive associazioni, potreste tracciare un profilo del
volontario che opera nel "vostro" gruppo?
Wanda Trotti:
i soci sono sia i volontari che i
destinatari del servizio: l’AVC conta attualmente più di 2000 iscritti, di
cui 200 sono i volontari attivi, che continuano ad aumentare. Solo i
residenti nel Comune possono essere soci. Chi si rivolge a noi di solito
sa già quello che facciamo e si propone di fare l’autista o di organizzare
le attività ricreative al centro o di dedicarsi all’adozione di amicizia.
In genere sono persone motivate dalla consapevolezza di impiegare il loro
tempo libero per qualcosa di utile agli altri.
Giuliano Ghizzi:
Oggi l’associazione conta circa 50/60 soci. Nel corso degli anni
pur con un certo ricambio il numero è rimasto costante. I soci attivi sul
piano pratico organizzativo sono più o meno 20/25 persone. Gli altri sono
soci sostenitori.
Non è necessario essere degli
sportivi sfegatati per far parte del Gruppo Podistico, alcuni, ad esempio,
fanno parte anche dell’AVC, chi ha tempo lo fa volentieri. Ciò che anima i
volontari è lo spirito di prestarsi senza domandarsi che cosa tornerà in
tasca.
Gli sportivi hanno poi un doppio merito, perché mantengono
l’attività podistica, che comporta oltre uno sforzo fisico notevole, il
dover alzarsi presto anche alla domenica mattina…i soci che non sono
attivi in tal senso si lasciano trascinare dallo spirito sportivo. Tant’è
vero che anche i rapporti con le altre associazioni sportive sono
impostati su una sorta di "ripescaggio" delle conoscenze e delle amicizie.
Sono persone che stanno bene in questo ambiente.
Carla Nicolini:
Si richiede
principalmente la volontà di perseguire gli obiettivi proposti dal patto
associativo, che rappresenta le basi in cui opera l'associazione, diciamo
il proprio "regolamento". E' necessario riconoscersi nella proposta
offerta, farsela propria e viverla; avere molta volontà ed un minimo di
attitudine a stare con i ragazzi. Lo scoutismo è per tutti ma non tutti
sono per lo scoutismo. Bisogna anche avere un interesse per i problemi
educativi, in buona sostanza condividere il patto associativo. Non si può
trascurare il fatto di essere una persona con un minimo di equilibrio.
Quando si opera in ambito educativo, infatti di fronte ai ragazzi passa
molto dell'atteggiamento che abbiamo nei loro confronti ed anche se non si
vuole si è comunque modelli da imitare. E' quindi pericoloso e difficile
riuscire ad essere coerenti per lavorare nell'ambito educativo proposto,
ma sicuramente si provano enormi soddisfazioni se si crede fermamente in
quello che si fa.
Visto quanto è emerso finora, ha
osservato nel corso degli anni un aumento degli iscritti?
Carla Nicolini:
Il mantovano è una
zona anomala in costante incremento di gruppi. Nelle grandi città invece
si assiste purtroppo ad un decremento. Uno dei problemi è sicuramente
l'invecchiamento della popolazione. Ci sono fisicamente meno ragazzi di
una volta. Il problema forte però è soprattutto nei capi (i volontari che
operano nell'associazione) nella capacità di dover rinunciare ad alcune
cose. Si richiede formazione continua e non c'è abbastanza spirito di
sacrificio e volontà di fare. Si nota purtroppo una difficoltà a reggere
lavoro, studio e attività. In ambito mantovano le principali statistiche
di decremento si hanno nell'età del reparto, l'età dell'adolescente gli
anni in cui si iniziano a fare le prime scelte sul proprio futuro. I dubbi
sono tanti ed alla fine si sceglie quasi sempre la via più semplice e meno
impegnativa.
Dal punto di vista personale, che
cosa o chi vi ha spinto ad entrare e, in taluni casi, a partecipare anche
alla formazione dell’associazione che rappresentate?
Wanda Trotti:
Io sono nata a
Campitello e da ragazza (avevo 18 anni) con un gruppo di amici abbiamo
creato la sede dell’AVIS.
Probabilmente è una
propensione innata la mia, è un qualcosa che sento molto, lavorare per la
gente. Fa bene a me e so che faccio qualcosina di utile anche per gli
altri. L’ho fatto non senza sacrificio, ma è stata ed è un’esperienza
molto importante, soprattutto per il rapporto che si crea con le persone
con le quali vieni in contatto, in particolare con i Buscoldesi. In
famiglia come è vissuta la sua attività di volontariato?
La famiglia è
sempre un po’ egoista, soprattutto nei confronti della donna, ma sono
riuscita a coinvolgerli. Sia mio figlio che mio marito sono iscritti come
soci sostenitori, non fanno attività ma pagano quelle 10.000 lire annue,
che ci aiutano a afre quelle spese necessarie all’associazione.
Giuliano Ghizzi:
Io sempre partecipato per il gusto di partecipare. Non sono uno
sfegatato di corse, ma sono uno sportivo.
Per me è
stato molto facile fare del volontariato a Buscoldo, perché sono
originario di Buscoldo, mi sono trasferito a S.Matteo nel paese di mia
moglie, e attraverso la corsa, ho potuto reincontrare vecchi amici e
tornare alle origini. In famiglia come è vissuta la sua attività di
volontariato?
Mia moglie partecipa, anche se non in maniera sfegatata;
mio figlio un po’ meno perché ha altri interessi, ama la musica, anche se
fa comunque attività di volontariato, andando a suonare in
giro.
Carla Nicolini:
Sono entrata a far
parte dell'associazione perchè mi piaceva moltissimo e la consideravo una
cosa emancipante. Mi ricordo il giorno in cui sono venuti dei cugini a
fare il campo estivo vicino alla mia casa in Montagna. Io volevo andare
con loro ma mi impedirono di seguirli perché ero una "femminuccia". Io,
che non accettai questa provocazione alla fine riuscii ad entrare e mia
nonna ad un certo punto aveva consigliato questa associazione a tutte le
ragazze della famiglia. Mi è sempre piaciuta la componente competitiva,
sociale ed avventurosa. Lo stile di vita e la spiritualità proposta. Mi è
sempre rimasta la voglia di continuare e di trasmettere agli altri nel
limite del possibile. L'associazione offre un modo di vivere il
cristianesimo in maniera avventurosa, che permette di studiare le sacre
scritture in modo diverso.
Volete aggiungere qualche riflessione sulle
prospettive?
Wanda Trotti:
Si discute
se trasferire la segreteria dell’AVC da S.Silvestro a
Buscoldo.
Se si deciderà in tal senso assisteremo
inevitabilmente ad un riassestamento generale.
Inoltre per quanto riguarda il centro di Buscoldo è ormai imminente
l’inaugurazione della sala civica "S.Marco", che costituirà la nuova sede
dell’associazione a Buscoldo.
E’ un cambiamento che
spaventa alcuni associati, perché comprensibilmente si era legati alla
vecchia sede, dove ci si sentiva un po’ a casa propria.
C’è inoltre la richiesta di un’altra giornata da aggiungere a
quella del mercoledì per il ritrovo. Poi si discute l’opportunità di
destinare uno spazio alle persone che hanno bisogno di fare un’iniezione o
di provare la pressione... Il progetto è oggetto di studi da parte del
direttivo, persone qualificate come medici, infermieri in pensione hanno
già dato la loro disponibilità, si tratta trovare l’ambiente.
Forse
questo sarà possibile nella nuova sede.
Giuliano Ghizzi:
Noi siamo invece alla
ricerca di uno spazio per poter riutilizzare quelle strutture di cui
disponiamo. Nel frattempo si punta a mantenere quelle poche iniziative che
si era soliti fare. Siamo sempre disponibili quando gli avvenimenti locali
richiedono l’ausilio di volontari pratici del luogo. Ad esempio ci hanno
chiamato in occasione della "Giornata nella Natura", organizzata dalle
scuole, a S.Matteo, dove c’era bisogno di persone che collaborassero per
la riuscita della giornata. Anche a Buscoldo il Gruppo Podistico darà un
piccolo contributo per la manutenzione straordinaria dell’organo della
Chiesa.
Come avrete notato tra le righe
abbiamo scoperto piccole curiosità, ma anche e soprattutto l’impegno, il
tempo, l’entusiasmo con cui si crede in quello che si fa per la gioia e la
soddisfazione oltre che degli altri anche, perché no, di sé stessi. Si
pensi come bello regalare un sorriso a chi non ce l’ha e promuovere, anche
con piccole e grandi cose, istanze rivoluzionarie come la solidarietà e la
gratuità.