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IL TRENINO DEI SOGNI ……

Rita Truffelli

 

E’ sempre stato uno dei miei sogni preferiti fare l’inviata speciale per una testata giornalistica importante. E ora ne ho la possibilità. (NdR: se lo dici tu !?!)
Sono in viaggio su un trenino anteguerra, straffollato (con la condensa ai vetri per intenderci) che mi porta nel cuore della notte nella città di destinazione. D’altronde si sa, la vita dell’inviato speciale è dura.
Mi hanno riferito che in questa località dovrei fare una ricerca molto accurata di come si manifesta la globalizzazione negli usi e costumi moderni. Dovrei.
Io in questa città, in verità, è da un sacco di tempo che non ci torno e l’ultima volta che l’ho lasciata vi posso assicurare di non aver notato proprio niente di strano. Alcuni indizi? Capitale del prosciutto crudo, delle mitiche melanzane alla ….., dei tortellini e delle lasagne.
Pensando a tutto questo mi viene naturalmente spontanea una domanda: cosa potrà mai esserci di così globalizzato per spingere un inviato alle prime armi su un vagone gelido sotto il periodo delle feste natalizie?
Questo freddo…. Mi fa proprio venire voglia di “acciambellarmi” nel mio piumino e …. Lasciarmi trasportare dal “tr-tr” delle rotaie in un bel sonno profondo…….
….. Non credevo s’impiegasse così poco ad arrivare. Ora sono insensibile al freddo e mi sento completamente carica per la mia missione!
Uscita dalla stazione i fumi delle macchine lasciano intravedere le luci degli addobbi natalizi e svegli come me, gli ultimi vagabondi che cercano la panchina meno fredda per la notte.
Il mio fiuto da giornalista mi consiglia di addentrarmi nelle vie più impervie, alla ricerca di qualche traccia….
In questa atmosfera deserta e umida vado alla ricerca di quella cioccolateria, un po’ il simbolo della pasticceria locale, ma ora scopro che al suo posto si trova un caffè Africano con tanto di insegna luminosa ad intermittenza. Rimango lì per lì sconcertata, mi sembrava fosse uno dei locali più frequentati e più in voga tra i ragazzi della mia età. Il mio pensiero è interrotto da una ventata di odori speziati, un non so che di lontano e … decido di seguirla. Possibile che si respiri un’aria così diversa? Lo sguardo è catturato dalla apparente incompatibilità cronologica di due insegne. La prima, una macelleria denominata “La mecca” di indiscussa origine orientale. La seconda una tabella di metallo che sporge appesa ad un’asta di legno, stampata in corsivo “antico”, con scritto: da Gino, tagliacapelli da 4 generazioni, dal 18…. Mi avvicino a quest’ultimo negozio e vedo che l’arredamento è dell’altro secolo!
Questa contrapposizione mi disorienta, non ci sono abituata. E’ come se fino ad oggi avessi vissuto con i paraocchi. Ma il mio pensiero ritorna subito a quell’odore così insolito e acre. Negozio di pasta fresca, calzolaio, supermarket ed infine…. ecco! Proviene da una gastronomia cinese! Fin qui niente di strano direte, dove c’è vita c’è sempre un ristorante cinese. Sono d’accordo con voi. Il problema è che in questo locale si vende …… PIZZA! Va beh, vorrà dire che anche l’idea che mi ero fatta del tipico pizzaiolo esclusivamente di tradizione napoletana è andata in polvere e con sé anche qualcosa che identificavo di carattere nazionale. Che colpo!
Per riprendermi dallo shock, mi avvicino ad una vetrina. “Tribal shop” c’è scritto. Bonghi…..sciarpe, guanti, abiti di una tradizione sicuramente multietnica e anche per 

questo molto affascinante. Penso di averne già avuto a sufficienza per stasera e sia meglio rincasare. Ma la curiosità è irrefrenabile. E se andassi in quella viuzza? Lo prometto a me stessa, mi fermo solo 5 minuti, il tempo per osservare un negozio di “detersivi e parrucche” orientali, di quelli in cui mi potrei perdermi per ore … e trovare l’impensabile! OK. E’ tardi salgo sul pullman, dal finestrino allo stop sento una musica leggera di canti femminili, con acuti altissimi. Mi giro, ma è troppo tardi per vedere da dove provenga. E il mio movimento goffo è stato notato da un ragazzo senegalese seduto davanti a me, vestito da universitario Oxfordiano. E mi sorride. E’ tutto così strano …. voglio tornare ….

….”signorina Buona Vigilia di Natale! Biglietto prego! …. Uhm….cosa? che? Siamo a Mantova?

…… Eh signorina…. Buona Pasqua!!! Si è addormentata da quando siamo passati per Sorbolo. Siamo arrivati, siamo a Parma.

“Ma allora…. io fin ora non ho fatto nulla se non sognare …. e magari non sono nemmeno un’inviata molto speciale…..”