don Ambrogio Ressi |
A me ragazzino e poi giovanotto di allora il
compito di ricordare, in questa particolare circostanza, alcuni momenti
condivisi della esperienza pastorale buscoldese di don Ambrogio. Allora dal 1947 al 1953 frequentavo a Verona le scuole professionali dei Salesiani di San Giovanni Bosco e durante le vacanze estive riportavo a casa le esperienze e i modi con i quali i miei professori e tutori curavano il tempo libero di noi ragazzi studenti. Ebbene don Ambrogio con entusiasmo aiutava me ed altri coetanei ad applicare questi metodi per l’intrattenimento e la gestione dei giochi in parrocchia e nel contempo approfittava nelle pause comandate per curare momenti di riflessione spirituale. Ho ancora vivo il ricordo delle giornate passate a registrare con il suo magnetofono , quello che oggi comunemente chiamiamo registratore , i sonori per i fumetti filmati, che proiettavamo nella sala ,ora dell’Acli, immersi in un gioioso frastuono di bambini e ragazzi irrequieti. Allora non c’erano ancora tutti i cartoni animati di oggi e la TV. Inoltre si organizzavano con la sua diretta collaborazione e guida giochi e tornei fra i ragazzi. Lui con il suo fare controllato e gentile ci seguiva e a malapena celava la sua soddisfazione nella sua curata riservatezza. Non posso dimenticare quando insieme ai miei genitori mi fece visita presso il collegio di Verona, proprio il 31 gennaio festa di S. Giovanni Bosco. Era raggiante nell’assistere alle cerimonie e alla Santa Messa solenne, cantata dal coro dei giovani, di cui anch’io facevo parte, diretto dalla solerzia di un grande sacerdote maestro di musica e d’organo. Forse in questo sacerdote vedeva se stesso se avesse seguito la sua seconda passione: la musica, che da autodidatta amava praticare nei momenti liberi salendo la ripida scaletta della nostra cantoria. Quel giorno, rimase persino ad assistere al film “ Per chi suona la campana” proiettato come regalo a noi ragazzi per la speciale e festosa occasione, anche se questo causò un tardivo rientro a casa, per giunta con la neve. Ricordo ancora il suo sorriso contenuto che comunque non riusciva a nascondere la sua gioia di giovane prete fra tanti giovani. Caro don Ambrogio, nei dodici anni di permanenza tra di noi a Buscoldo, in un periodo difficile, date le ristrettezze del dopo guerra, hai saputo tenere alta la tua missione, non hai fatto mancare la tua presenza e vicinanza a chi sentiva il bisogno del conforto spirituale e di una parola gentile, ricca di speranza e di fiducia nella vita che allora era ancora più dura e difficile. Chi di noi è più maturo si ricorderà ancora di Te, prete riservato ma attento alla salute spirituale dei tuoi parrocchiani che con te condividevano l’esperienza di quegli anni particolari non privi di preoccupazioni, anche finanziarie, per le loro famiglie e per la Parrocchia, dopo i recenti restauri della nostra bella Chiesa voluti dal tuo predecessore, don Luigi Placchi. Questa esperienza vissuta in mezzo a noi ti ha visto, oltre ché attento pastore, preciso e diligente gestore della tua e della nostra Parrocchia. |
Silvio Galli |