Prima
di entrare nel merito dell' argomento è doveroso premettere,
che
il primo riferimento al territorio buscoldese, è
riscontrabile
nel Diploma dell' imperatore Corrado 11 il Salico emanato a favore del
vescovo Itolfo (1007-1037), dove tra l'elenco delle pievi mantovane,
che andavano a costituire la diocesi, viene riportato il toponimo
"Assile". Quest' ultimo viene attribuito sia da Ercolano Marani
(1914-1994) che da Mario Vaini, illustri studiosi di storia mantovana,
come luogo di appartenenza a Buscoldo.
La seconda testimonianza scritta che fa riferimento al nostro
territorio, assume una particolare importanza a causa del primo accenno
al toponimo di "busco-alto", perché è da questo
nome che
attraverso l'evoluzione linguistica si arriverà al nome
attuale
di Buscoldo.
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La
pergamena in questione fa parte di quelle 16364
pergamene mantovane, che nel 1808 e nel 1844 furono spedite a Milano
per formare un archivio diplomatico e che poi vi rimasero nell'attuale
Archivio di Stato di Milano, sotto la dicitura "pergamene per fondi ".
Il primo studioso, che la lesse e ne pubblica il regesto fu Pietro
Torelli nel suo famoso "Regesto mantovano" del 1914.
È da questo libro e dall'osservazione dal vero
dell'originale,
che è stato possibile commentare il testo e dare alcune
indicazioni generiche dal punto di vista diplomatico: Il documento
è 'un atto privato datato 16 agosto 1165, in cui Alberto
Pagano
di Sigizzo e sua moglie Guilla, alla presenza del figlio Enrico,
rinunciano ai loro diritti di investitura sopra un terreno, una vigna
ed alcuni casamenti situati a busco-alto. Il primo termine "busco"
è tipico del latino medievale del X sec. e la fonte
è il francone busk, che significa cespuglio, macchia,
boschetto;
il secondo elemento "oldo" è una tipica trasformazione
lombarda
di alto, con la caratteristica evoluzione di -a- in -o- davanti a -l-
più consonante, che troviamo ad esempio in Casaloldo e in
Gazoldo.
Gli autori dell'azione giuridica sono i rinunciatari, mentre il
destinatario dell'atto sembra essere il signor Aimone, che con tale
rinuncia ritorna in possesso dei suoi beni, che aveva dato tramite
investitura alla famiglia Pagano; l' erogatario dell'atto è
il
notaio Alberto Castellano.
Nel testo è presente una sanzione negativa, che aveva lo
scopo
di garantire l'osservanza della disposizione attraverso la minaccia di
pena, contro chi non ottemperasse agli obblighi presi. Nella pergamena
la sanzione negativa è costituita da una ammenda di 10 lire
milanesi, che Alberto e i suoi famigliari, avrebbero dovuto pagare alla
chiesa di S.Bartolomeo di Busco-alto, se non avessero tenuto fede ai
patti o se avessero provocato molestie.
Il dato molto importante che scaturisce dal testo,
è
l'esistenza già nel XII sec. di una chiesa nel nostro paese
e
che non era dedicata a S.Marco ma a S.Bartolomeo.
Il luogo in cui l'atto è stato erogato era la casa del
signor
Alberto Pagano, che è riscontrabile nella datazione
dell'escatocollo della parte finale del documento. La pergamena che
è in originale e non in copia, presenta sulla sinistra della
parte finale, un distintivo personale del notaio, che potrebbe essere o
un "signum tabelioni" o una croce greco-potenziata.
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"Atto di
rinuncia ad investitura"
datato 16 agosto 1165
(Archivio-di Stato-di Milano) |
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Dopo
questa analisi molto superficiale, ma doverosa,
passiamo alla storia dei fatti che risulterà sicuramente
più interessante.
Durante quel lunedì del 16 di agosto del 1165, si
presentarono a
casa del signor Alberto Pagano, chiamati dal medesimo, il notaio
Alberto Castellano, i testimoni Guglielmo Isa, Giovanni Boni e Giovanni
di Bozzolo, converso della chiesa di S.Bartolomeo di Buscoldo; forse
era presente, anche se in atti privati di questo tipo non era
necessario, il signor Aimone, che era il destinatario dell'atto. Il
notaio e i testimoni erano stati chiamati, per l'erogazione di un atto
di rinuncia, che la famiglia Pagano voleva fare nei confronti
dell'investitura, ricevuta dal signor Aimone.
Quest'ultimo che molto probabilmente viveva nel paese, non avendo avuto
figli, in cambio di 50 soldi milanesi aveva investito Alberto Pagano di
tutti i redditi e gli usufrutti, dei terreni, dei vigneti e dei
casamenti situati a Busco-alto.
Nel documento non si parla di vendita, ma di investitura,
perché
i beni in questione appartenevano alla chiesa di S.Bartolorneo, la
quale a sua volta aveva investito il signor Aimone. I fratelli di
Aimone, che con questa investitura non avrebbero ereditato nulla,
fecero tante pressioni, in modo da non lasciare nessuna via d'uscita
alla famiglia Pagano; la quale si vide costretta, per il bene della
famiglia, a rinunciare ai propri diritti.
È impossibile sapere se i fratelli di Aimone ebbero
l'appoggio
dei religiosi della chiesa di S.Bartolomeo, veri proprietari di quei
beni; tuttavia la presenza come testimone all'atto di un loro converso,
se non dimostra il loro coinvolgimento, dimostra però il
loro
forte interessamento.
Ho cercato di fare delle ulteriori indagini sulla famiglia Pagano e
anche se non sono correlati, voglio segnalare come curiosità
storica, l'elezione a Podestà di Mantova ne8101802621l 1187,
nel 1188
e
nel 1189, di un certo Attone Pagano; costui fu il primo forestiero ad
avere un tale titolo, dopo il rettorato durato tre anni, del vescovo
Garsedonio. In conclusione questo documento, oltre a essere importante
per averci fatto vedere, il nome primordiale da cui prese origine
Buscoldo, è anche importante, per averci dimostrato come il
nostro piccolo paese, abbia delle radici molto profonde e sopratutto
come ci sia una storia medievale di Buscoldo, tutta ancora da
raccontare.
Alfredo
Balzanelli
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